Davide Peccioli
Appunti su 'L'ordine del tempo' di Carlo Rovelli
Questo libro si propone di parlare del concetto di tempo in tutte le sue innumerevoli sfaccettature, prima cercandone un’origine microscopica e quantistica, e poi facendo riferimento alla nostra esperienza personale. L’intera opera è di lettura scorrevole, con molti riferimenti a filosofi ed artisti, comprensibile ai più, senza necessità di conoscenze pregresse.
Il tempo non è altro che la nostra personale visione del mondo, che intrinsecamente non ne è caratterizzato.
La stessa divisione in “passato”, “presente” e “futuro” è fallace, in quanto se ne può parlare solo in relazione a spazi molto vicini a noi: l’universo è costituito da eventi, ordinati solo in maniera parziale; non esiste un unico Tempo, che ordina in maniera inequivocabile ogni evento nel nostro universo, bensì una miriade di relazione e di eventi interconnessi da queste relazioni: eliminato il tempo, resta solo il modo in cui gli eventi si relazionano tra di loro. Eliminare il tempo non significa eliminare il movimento, anzi.
Come può essersi quindi generato il concetto di tempo, in noi? A causa di una “sfocatura”, la limitatezza della nostra visione: infatti, definendo il tempo (come lo conosciamo empiricamente) in relazione con la famosa Seconda legge della Termodinamica:
è possibile supporre che rispetto a noi l’entropia, e non in senso assoluto, sia in continuo aumento: e proprio questo aumento costante di entropia sarebbe la causa della nostra percezione di tempo.
Il nostro mondo non è basato sull’energia, ma sull’entropia. Noi non necessitiamo di fonti di energia, bensì di fonti di bassa entropia. Infatti, l’energia si conserva, mentre l’entropia aumenta costantemente
Il nostro cervello non vive nel presente, ed è per questo che considera noi stessi come entità piuttosto che come eventi: la memoria è fondamentale nel nostro cervello, e pertanto noi siamo anche il nostro passato e la nostra storia. Inoltre, anche la durata è insita nel cervello, che non vede solo il singolo istante presente, bensì percepisce intervalli di tempi, movimenti, durate. Il tempo è nella nostra testa, interamente nel presente, come memoria e come anticipazione
Il tempo è allora la forma con cui noi esseri il cui cervello è fatto essenzialmente di memoria e previsione interagiamo con il mondo, è la sorgente della nostra identità.