Davide Peccioli


Recensione di 'Loro mi cercano ancora' di Maria Stefanelli


Maria Stefanelli è la vedova di un boss mafioso ‘ndranghetista, “Ciccio” Marando, che a seguito della morte del marito trova la forza di ribellarsi alla potente forza della mafia calabrese, prima disonorando le tradizioni familiari, e in seguito diventando testimone di giustizia.

Il romanzo è strutturato come una sorta di lettera indirizzata alla figlia di Maria, in cui le viene raccontata la storia della vita della madre, in prima persona, e in cui i vari personaggi vengono nominati in base al grado di parentela con la giovane (tuo padre, tuo zio Nino, etc. etc.).

La narrazione non avviene in maniera lineare, per cui fabula e intreccio non corrispondono. Gli eventi non sono raccontati in maniera organica, ma vengono richiamati avvenimenti passati all’occorrenza, per offrire delucidazioni sul presente.

I temi presentati dall’opera sono vari, e verranno qui di seguito trattati in ordine di apparizione all’interno del libro.
Il primo è la miseria in cui versavano alcune famiglie del sud Italia nella seconda metà del XX secolo, descritta con gli occhi e le memorie di una bambina. Appare inoltre evidente la forte influenza del maschilismo, in quanto, all’inizio come per quasi l’intera durata del libro, vengono descritte scene di subordinazione della donna nei confronti dell’uomo di casa.
Viene introdotto, in seguito, il tema dello spaccio di droga, che si lega indissolubilmente, nell’arco di poche pagine, a quello della mafia. Il tema della mafia è indubbiamente quello portante di tutta l’opera, attorno a cui orbitano tutti gli altri, che sono dirette conseguenze, appunto, delle attività mafiose in Italia e nel mondo.

La giovane Maria, inoltre, è stata vittima di abusi sessuali in tenera età, da parte dello zio, nonché marito di sua madre, e a partire da questo, si delinea il forte senso di omertà anche in ambito familiare, per cui tutti sapevano, ma nessuno agiva. La motivazione che l’autrice trova a tutto questo è la consuetudine di tali azioni, che, secondo il suo giudizio, erano state perpetrate anche nei confronti di sua madre, di sua nonna, e così via per tutta la linea femminile della sua famiglia. Viene riportato, a tal proposito, una situazione simile, in cui le donne sono sia vittime, che carnefici: le mutilazioni inferte alle bambine presso alcune comunità; infatti, similmente alla situazione vissuta dall’autrice, le donne, che sono state vittima di queste mutilazioni, non fanno nulla per evitare che le loro figlie vengano mutilate, diventando, quindi, carnefici a loro volta. Questo, osserva la scrittrice, non fa che minare la fiducia e la complicità che viene, in situazioni normali, a crearsi naturalmente tra madri e figlie.

Nonostante il bilancio della sua vita sia nettamente positivo, Maria non è sempre stata dalla parte della giustizia. Nel corso del suo matrimonio con Ciccio è stata complice di una evasione dello stesso, e ha permesso il trasporto di soldi, droga e ricercati. Dopo la morte del marito, però, qualcosa in lei è cambiato. Ha finalmente visto la possibilità di salvare sua figlia dal vortice di mafia a cui sarebbe stata destinata, e quindi, in piena notte, decide di scappare. Prima si rifugia in casa della madre, e da qui perpetra alcune gravi offese alla famiglia Marando. Innanzitutto non porta il lutto per il marito, presentandosi al suo funerale vestita di blu, e non di nero come la tradizione prevede. Poi, quando in seguito all’omicidio dello zio e del fratello, capisce che la sua famiglia, gli Stefanelli, sono coinvolti nell’uccisione del marito, e quindi rischia doppiamente delle ripercussioni, decide di affidarsi alla giustizia, non senza alcune precedenti rimostranze. Infatti, nella sua visione della realtà, che probabilmente corrisponde con quella oggettiva, molti carabinieri non sono corretti, ma sono stati comprati dai mafiosi, svolgendo il ruolo di infiltrati, che avrebbero potuto minare la sua sicurezza.

Per finire viene affrontato il tema dell’omosessualità. Infatti la protagonista scopre, a seguito di alcune relazioni extraconiugali, il suo orientamento sessuale, ma, nonostante questo, il tema non viene affrontato approfonditamente.

In conclusione, questo libro rappresenta una testimonianza storica della lotta alla mafia, e dei crimini della stessa nel corso degli anni ’90, e offre diversi spunti di riflessione riguardo ad argomenti vari, tutti legati dal tema del dolore.
Lettura consigliata.