Davide Peccioli
Recensione di 'Homo Deus' di Yuval Noah Harari
Il libro è un’accurata analisi di alcune possibili strade che il futuro dell’umanità potrebbe percorrere. Vi è inoltre una parte introduttiva con una analisi storico filosofica della società attuale, nonché dei passaggi che hanno portato alla stessa.
Un grande punto di forza di questo libro è la natura scientifica delle affermazioni fatte: tutto si basa su esperimenti e fatti ben descritti. Dall’altro lato, però, il libro tende a “monopolizzare” le posizioni disponibili in relazioni a fatti accertati, dando per buona la propria.
Le posizioni sul futuro sono per la maggior parte sconcertanti: il libro pone interrogativi molto profondi sul destino della razza umana, e le risposte che propone sono parecchio pessimiste; in un modo o nell’altro, secondo l’autore, l’umanità è destinata a subire un cambiamento epocale, che trasformerà la società come mai era successo prima d’ora.
Oltre alle speculazioni sul futuro, nel corso della lettura ci si pongono domande sulla nostra stessa essenza, sull’uomo in quanto tale; probabilmente, a tal proposito, la parte migliore è quella che si propone di analizzare cosa ponga gli esseri umani al di sopra di tutto il resto.
Per completezza, riporto le tre domande chiave: ^024584
- Gli organismi sono davvero soltanto algoritmi, e la vita è davvero soltanto elaborazione di dati?
- Che cos’è pià importante: l’intelligenza o la consapevolezza?
- Che cosa accadrò alla società, alla politica e alla vita quotidiana quando algoritmi non coscienti ma dotati di grande intelligenza ci conosceranno più a fondo di quanto noi conosciamo noi stessi?