Davide Peccioli
Recensione di 'La signora delle Camelie' di Alexandre Dumas
Di Alexandre Dumas
Il romanzo è ambientato nella Parigi dell’800, e racconta dell’amore di un giovane nei confronti di una mantenuta.
La narrazione non segue l’ordine degli eventi, e sono presenti due narratori di secondo livello: infatti il narratore, che è interno, ad un certo punto della vicenda cede il posto al protagonista, che con un lungo flashback racconta la vicenda vera e propria. In seguito, dopo una breve interruzione da parte del narratore principale, la narrazione passa attraverso la lettura di alcune lettere.
Il libro inizia con l’anticipazione della fine, e il ruolo del flashback è proprio quello di raggiungere e spiegare le condizione entro cui avviene l’inizio, nonché la fine, del libro.
I temi trattati sono vari, ma quello più significativo è il perdono, o meglio, la possibilità di redenzione che ognuno può avere, considerando ovviamente le difficoltà, e considerando che non sempre è possibile raggiungerla. In particolare viene sottolineato come a volte sia sufficiente perdonare incondizionatamente una persona per ottenere da lei un cambiamento sostanziale.
L’opera, inoltre, fornisce una vista abbastanza verosimile e accurata dell’alta società parigina dell’800, mostrandone soprattutto i vizi: all’epoca era normale avere delle amanti, e mantenerle nelle loro costose abitudini. Ecco quindi che si ha una dettagliata descrizione delle spese che una cortigiana doveva affrontare nella vita di tutti i giorni.
In più si delinea il rapporto tipo tra padre e figlio nella suddetta società parigina: un rapporto di reciproco rispetto, ma che è completamente influenzato dalla subordinazione del primo nei confronti del secondo, in quanto, benché uomo adulto, la figura genitoriale rimane sempre in primo piano, legata soprattutto al fatto che quest’ultima finanzia economicamente i figli.